IL NUOVO “PROFILO” DEI MUSEI. ARCHEOLOGIA E SOCIAL NETWORK

Itineraries - Dissemination

IL NUOVO “PROFILO” DEI MUSEI. ARCHEOLOGIA E SOCIAL NETWORK

del Liceo Classico Statale “Francesco Vivona”, Roma*

Nei primi decenni del nostro millennio la diffusione dei social network ha coinvolto anche il patrimonio storico-archeologico, con particolare riferimento all’ambito museale. Qui di seguito si illustrano quattro esempi di musei archeologici che si sono dotati di questi strumenti di comunicazione. Si tratta di due musei di grande rilevanza internazionale, il British Museum e il Musée du Louvre, e di due musei italiani, di cui uno recentemente riallestito, il Museo Egizio di Torino, e uno di lunga tradizione, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Essi, attraverso un proprio sito web, blog e social network, pubblicizzano e promuovono le loro collezioni, mostre ed eventi al fine di attirare l’interesse dei visitatori e del pubblico della rete.

The British Museum

http://www.britishmuseum.org/

Fondato nel 1753 dalla fusione di due biblioteche, la Cottonian Library e la biblioteca Harleiana, il museo è suddiviso in dieci dipartimenti. Il sito web è facilmente accessibile a tutti i visitatori, in quanto può essere consultato in dieci lingue. La pagina illustra dettagliatamente le collezioni presenti mediante banche dati e strumenti multimediali. La visita può essere effettuata con l’ausilio di guide interattive, esplorazioni delle gallerie online (in collaborazione con Google Street View) e una timeline interattiva – che va da 2.000.000 a.C. al 2000 d.C. – posta su un asse cronologico che consente di visualizzare i reperti divisi per culture.

Il museo si è dotato di una vasta gamma di social network, dai più comuni a quelli meno diffusi, come Pinterest e Tumblr. Per quanto riguarda la pagina Facebook, seguita da quasi due milioni di persone, essa non si limita alle sole informazioni relative all’organizzazione della struttura, bensì punta anche alla condivisione di notizie riguardanti i diversi reperti esposti nel museo. Meno seguita è la pagina Twitter (con poco più di 50.000 follower) che, creata nel gennaio 2009, riporta novità su eventi e iniziative espositive e immagini di singoli oggetti corredati da brevi didascalie. Per chi volesse apprezzare nel dettaglio alcuni reperti, può risultare utile visitare la pagina Instagram del museo, caratterizzata da foto particolarmente suggestive. È presente nel sito web anche un blog, diviso tematicamente in cinque settori: Exhibition, Collection, Conservation, Research, At the Museum.

L’apertura del blog e degli svariati account risulta funzionale per rendere il museo più fruibile ai propri visitatori. Al fine di comunicare su canali non tradizionali e di sensibilizzare il pubblico della rete alla riscoperta dei beni culturali, attraverso i social media vengono pubblicizzati mostre ed eventi. Per venire incontro agli utenti, un team di informatici, gestori del sito web, è pronto a rispondere ad eventuali dubbi e richieste in breve tempo.

Musée du Louvre

http://www.louvre.fr/

Nel cuore di Parigi, il Louvre ospita straordinarie collezioni di arte antica (antichità orientali, egiziane, greche, etrusche, romane). All’origine il Louvre era un castello, costruito dal re Filippo Augusto nel 1190. Nel corso dei secoli ha subito varie modifiche che lo hanno visto ospite di grandi personaggi storici, poiché annesso al Palais des Tuileries. Infine sotto la presidenza di François Mitterrand, venne attuato il progetto del Grand Louvre, che include la Piramide e la riapertura al grande pubblico dell’ala Richelieu, già sede del Ministero delle Finanze.

Il museo dispone di un eccellente sito web per i turisti interessati, che tuttavia riporta delle carenze al livello linguistico, dato che le lingue utilizzate dalla pagina sono soltanto francese, inglese, giapponese e cinese. Il sito offre numerosi contenuti multimediali e non, in cui non è sempre facile destreggiarsi. Vengono offerti percorsi tematici, con video informativi e interviste ad esperti che guidano alla scoperta anche delle opere meno note. Tutti i reperti sono consultabili tramite una banca dati che fornisce immagini e descrizioni dettagliate, utili agli studiosi e agli appassionati. È presente anche una sezione apposita per i bambini con giochi interattivi e brevi video esplicativi semplificati sulle diverse antichità.

Per comunicare con i suoi utenti il Louvre utilizza i più popolari tra i social network, come Facebook, Twitter e Instagram. Sembra che il museo si sia organizzato in un vero e proprio team dedito a questa attività, dato che il tempo di risposta alle domande poste dai più curiosi è minimo. Al primo posto, tra i pollici in su, si trova Facebook, con 2.183.998 like totalizzati a partire dal 2010, a seguire Twitter, con 910.000 follower dal 2009 e Instagram, con 600.000. Sono inoltre utilizzati Youtube, con video interattivi e informativi, che conta 15.439 iscritti; Pinterest con foto inedite delle opere esposte all’interno del museo; Tripadvisor per le recensioni di oltre 57.000 utenti. A disposizione del pubblico vi è anche una rivista, “La Grande Galerie. Le Journal du Louvre”, consultabile non solo in forma cartacea, ma anche online.

Il Louvre sfrutta al massimo le potenzialità di Internet, che permette non solo l’archiviazione di tutte le opere conservate, ma anche l’immediata accessibilità da parte di chiunque voglia percorrere un tour virtuale. L’impiego del web coinvolge maggiormente i giovani e li avvicina così al mondo dell’arte antica.

Museo Egizio di Torino

http://www.museoegizio.it/

Il 1 Aprile 2015 è stato inaugurato il nuovo allestimento delle sale del Museo Egizio di Torino. Similmente a quello del Cairo, il museo è dedicato esclusivamente all’arte e alla cultura dell’Egitto antico. Ad oggi sono esposti più di tremila oggetti e molti sono depositati nei magazzini, a causa di necessità conservative. Il Regio Museo delle Antichità egizie è stato formalmente fondato nel 1824 con l’acquisizione da parte di Carlo Felice di Savoia di un’ampia collezione di opere riunite in Egitto da Bernardino Drovetti. Consultabile sia in inglese che in italiano, il suo sito web presenta sintetiche informazioni riguardanti la collezione e un’esaustiva banca dati degli oggetti; si concentra anche sulla mappa e sulla divisione dei nuovi percorsi. Tuttavia all’interno del museo, come scritto nel sito, sono presenti video guide e supporti multimediali (ricostruzioni 3D di contesti archeologici) che garantiscono un approccio interattivo alla visita.

Come principale mezzo di comunicazione il museo predilige il social network Facebook attraverso cui pubblica continui annunci a titolo informativo delle varie attività e degli eventi promossi. Molti post hanno una funzione interattiva al fine di invogliare, attraverso indovinelli, la visita del museo, attirando così ogni genere di visitatore. Per arricchire la pagina sono presenti anche vari contenuti multimediali caratterizzati soprattutto da video. Questa viene apprezzata con più di 60.000 like e altrettante condivisioni. Inoltre il visitatore può rilasciare recensioni che permettono di esprimere la propria opinione e di discutere sui vari aspetti, positivi o negativi, del museo. Oltre a Facebook il museo si avvale anche di Twitter (dal 2013), il quale, ha meno follower in quanto ne ricalca sostanzialmente i contenuti.

Nonostante il sito del museo sia privo di spunti interattivi tali da creare una visita guidata, i social aiutano ad attirare visitatori e interessarli alle collezioni e agli eventi del museo. Probabilmente il recente riallestimento del museo ha determinato l’uso più frequente dei social piuttosto che del sito vivendo in un’epoca digitalizzata.

Museo Archeologico Nazionale di Firenze

https://museoarcheologiconazionaledifirenze.wordpress.com/

Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, fondato nel 1870 da re Vittorio Emanuele, conserva un’ampia collezione di reperti etruschi, tra i quali spiccano le statue della “Chimera” e dell’“Arringatore”; greci, come il noto vaso “François”, esempio della ceramica a figure nere; romani , come “L’Idolino di Pesaro”; egizi, a cui è dedicata un’intera sezione. Il museo, tra i primi ad entrare nel mondo del web grazie al progetto della Soprintendenza Archeologica della Toscana, utilizza a scopo divulgativo un blog, nel quale non solo vengono presentati gli eventi che interessano il museo, ma vengono anche proposti visite e percorsi tematici che preparano alla visita.

Il museo ha aperto nel 2013 il suo profilo Twitter, con l’account @MAF_Firenze, con il quale comunica ai follower eventi e iniziative. La sensibilizzazione ai social e all’informazione digitale è avvenuta anche grazie all’adesione ad eventi intermuseali tra il 2014 e il 2015, quali #askacurator e #museumweek, eventi che hanno visto ampia partecipazione da parte di musei di tutto il mondo. Inoltre, la divulgazione informatica è affidata alla pagina Facebook del museo, che attraverso post e link invita gli utenti a visitare il blog. Il sito stesso presenta una sezione nella quale trova spiegazione la scelta del blog come mezzo di comunicazione, scelta che nasce dall’esigenza di pubblicizzare il museo e di coinvolgere il pubblico più giovane. I curatori del profilo Facebook, ad esempio, sfruttano anche post divertenti e originali per attrarre bambini e ragazzi e interessarli alle attività del museo.

Nonostante manchino ancora figure professionali specializzate nella cura della divulgazione digitale (oggi è infatti il team della Vigilanza e Accoglienza del museo ad occuparsi dei social), la rivoluzione informativa è cominciata e sembra aver già dato i suoi frutti.

Questa analisi mette in luce che i social sono uno strumento e non il fine della comunicazione. Essi consentono certamente di far conoscere in modo rapido, sintetico e aggiornato la struttura museale nel suo complesso, i suoi servizi, le sue diverse attività e iniziative. Strumenti di comunicazione molto seguiti e adeguati alla moda del momento, contribuiscono inoltre a far percepire i musei come strutture vive, legate alla società e aperte all’interazione soprattutto con il pubblico più giovane.

* Il presente itinerario è stato realizzato all’interno del programma sperimentale “Alternanza Scuola Lavoro”, promosso dal MIUR, dai seguenti studenti: Elena Betti, Flavio Bianchini Ciampoli, Giulia Bracchetti, Flavia D’Auria, Ludovica Grassi, Davide Mancini, Camilla Marano, Francesco Muti, Silvia Panainte.